Google: statistica come surrogato della semantica

Segnalo due notizie sulla strategia di Google per catturare le informazioni dai video e sul lancio di un nuovo motore per le traduzioni. La strategia è caratterizzata da un uso comune di metodi statistici, cosa che a Google riesce bene grazie all’enorme mole di dati di cui può disporre

La prima notizia è riportata in un’intervista di InfoWorld a Marissa Mayer, vice presidente Search Products & User Experience: Google sta lavorando ad un nuovo motore di speech-to-text che si basa sulla statistica raccolta durante le chiamate al numero telefonico di assistenza tecnica:

The speech recognition experts that we have say: If you want us to build a really robust speech model, we need a lot of phonemes, which is a syllable as spoken by a particular voice with a particular intonation. So we need a lot of people talking, saying things so that we can ultimately train off of that. … So 1-800-GOOG-411 is about that: Getting a bunch of different speech samples so that when you call up or we’re trying to get the voice out of video, we can do it with high accuracy.

Il risultato dovrà servire per implementare la ricerca all’interno dei video, che ora avviene tramite metadati.

memestruo

Chi mi conosce dietro le quinte sa che l’argomento mestruazioni è un mio cavallo di battaglia allorché scatta il momento dell’umorismo greve, quello che Elio ha rappresentato egregiamente in Silos e Essere Donna Oggi.

Ho perciò raccolto volentieri l’invito di Elena (poi con qualche ripensamento secondo me immotivato) a rimpallare l’argomento nella blogopalla, immaginando di raccontare qualche iperbolica esagerazione a base di autobotti di mestruo.

Poi ho ripensato al meccanismo, quello che dovrebbe far scattare la risata quando ti va fatta bene: serve l’atmosfera giusta, qualche mente benpensante, la deriva di una serata in battutacce e possibilmente un complice. Perché lo scopo non è parlare effettivamente di liquidi corporei ma di cogliere impreparati gli interlocutori, tra lo stupito e l’imbarazzato e rilanciare la palla con una similitudine sproporzionata. L’accoppiata liquidi biologici + sfera intima è condizione necessaria ma non sufficiente, manca il feedback dei presenti, quello che ti fa capire se ti tirano le scarpe sulla nuca o se scoppiano a ridere.

Ci vuole una TwitterWine o una TwitterBeer ben rodata per costringermi a rivelare il nesso fra l’argomento in esame e un Boeing 747, il Titanic e i bollitori fischianti del 1995, ad esempio. Un aperitivo potrebbe invece bastare a narrare di come dieci obiettori di coscienza riuscirono a mappare segretamente i cicli delle dieci educatrici con cui lavoravano prevedendone gli sviluppi futuri meglio del mago Otelma. Magari ci scappa pure un blog su quell’anno incredibile.

Poi mi è caduto l’occhio sull’intensità raggiunta dal meme, ho guardato la prima pagina di Blogbabel e i tag di ricerca:

Ricerche mestruazioni su Blogbabel

Grazie a:

Phonkmeister / Aprile è il mese piu’ crudele / Uccidi un grissino: salverai un tonno / The Stone Soup blog / stellakeride / Succede@catepol / La persona depressa / Remyna’s blog / Storiedime tumblr / Storie di me / Kokopelli – Il blog di Vincenzo Caico / A typesetter’s day 3.0 / Aaaaaaaaugh! / Millablog / La pupa c’ha sonno / Grazia / Maestrini per caso / Sw4n, life through a mac / Let’s live for today still striving for tomorrow / Cinemax, un posto in prima fila e un’occhiata dall’ultima / Stefano “Free.9” Scardovi blog / Sciura Pina
/ Il fancazzista / Haramlik

le mestruazioni hanno superato il Partito Democratico. Indubbiamente c’è qualcosa che fa da collante, da ingrediente social anche in questo ambito.

Leggendo i molti link, alcuni di fretta, altri più approfonditamente, viene fuori tutto quel biological divide che teneramente sancisce i ruoli tra i maschi e le femmine. Da un lato una sofferenza oggettiva ma soggettiva, uguale ma diversa per ogni donna, imprevista e prevedibile, accettata malgrado tutto come parte del grande cerchio della vita, dall’altra il maschio-fuco che subisce non capendoli gli effetti degli sbalzi ormonali, che se ne sta talvolta in disparte e talvolta accanto alla sua compagna, non tanto diversamente da quando passeggia fuori dalla sala parto perché più di quello è difficile inventarsi.

Il ciclo mestruale con tutti i suoi sinonimi (alcuni dei quali impararti in questa occasione) rivela un lato ineffabile del mondo femminile che unisce, solidarizza, è al tempo stesso intimo ma condiviso, soggiace alla battute ma risponde a tono. E soprattutto non ha un corrispettivo nel mondo maschile. Non credo che ci sia nulla, nella sfera del corpo e del sé che possa scatenare un meme come questo nel mondo maschile, neanche il sempreverde dibattito fra pennello e lametta contro rasoio elettrico.

Leggendo i post di oggi ho imparato un sacco di cose e di punti di vista. Non ultima una bella dose di mestruo-ironia e di umanizzazione di tutta la faccenda. Elena, hai fatto benissimo. M’avete spuntato le armi, ragazze. E adesso? Chi lo dice al Titanic?

Arriva Leopard

Tiger non poteva avvalersi degli annunci in diretta Twitter:

Time to start up the 10.6 rumor machine.

Via Twitter / John Gruber

Esce il 26 ottobre. Cominciamo a togliere l’essenziale, fare l’ultimo backup prima di Time Machine. Ordinare nuova ram o pensare se cambiare macchina direttamente.

E naturalmente aspettiamoci la 10.5.1 qualche giorno dopo…

Social network survival

quando vedo 20 replay in 5 minuti ad un mio twitt quasi tutti di followers che non seguo penso che sto usando male questo strumento.

(Via Twitter / mante:.)

Quando Massimo Mantellini ha scremato la sua lista di amici su Twitter ci siamo trovati in un certo numero a fare reply verso il nulla metafisico. Massimo ha scelto di selezionare una cerchia ristretta di amici da cui ricevere aggiornamenti e di seguire il resto dei suoi followers solo attraverso le replies, le “risposte” che si possono dare con la formula @username che di recente Twitter elenca in una sottopagina apposita.

L’esperimento ha mostrato, grazie al seguito che ha Massimo, un altro lato di un social network di successo come Twitter, un lato che ne evidenzia i limiti tecnici e sociali. Con il metodo delle replies, l’utente può se vuole e se si ricorda sapere quali frasi gli vengono rivolte. Si tende tuttavia a perdere il sincronismo tipico di questo mezzo e la simmetria peer-to-peer del twit fra una coppia di friends reciproci.

La cosa mi aveva scaturito una serie di riflessioni che, sia ben chiaro, non sono rivolte a Massimo in particolare, ma che fanno parte delle elucubrazioni che vengono in mente a forza di praticare un mezzo addictive come Twitter. E lascio stare per ora la questione Google-Jaiku.

Twitterrific: feature non documentata



Twitterrific drag

Originally uploaded by hanfed.

Uso twitterrific da mesi e specialmente da quando ho scoperto tumblr è molto utile aprire la pagina del singolo twit.

Da twitterrific se si clicca nello spazio del singolo twit si riesce ad aprire la home dell’utente o il suo blog ma non il singolo twitt

L’altro giorno ho cliccato per sbaglio tenendo premuto il tasto del mouse su twitterrific e mi sono accorto che il twitt era un oggetto trascinabile. Se portato su una finestra di Safari apre la pagina che mi serviva.

Più in generale è trascinabile in tutte le applicazioni cocoa: nei relativi campi di testo viene incollato l’URL del twitt. Funziona su Adium, iChat, Mail, Terminale, Stickies (con tanto di font e stile conservato, provate con il Marker Felt a 96 punti), Pages. Non funziona su Firefox. E’ uno dei tanti motivi per cui non uso questo browser pur riconoscendone le infinite potenzialità. L’integrazione dell’interfaccia viene prima di tutto.

Ora i miei tumble raddoppieranno di numero. Se non fosse che Twitter soccomberà a Jaiku.

Iconfactory, state lavorando a Jaikurrific, vero? 🙂

Quanto traffico nei blog?

The truth about traffic on the Internet:

I don’t want a big audience. I want a smart audience. So far I’ve gotten exactly that from TechMeme.

If I wanted a big audience I’d go write a Paris Hilton blog or something like that.

(Via Scobleizer – Microsoft Geek Blogger.)

Sembra che il dibattito sull’essere in cima alle classifiche senza per questo avere numericamente un alto traffico secondo le metriche 1.0 tocchi anche le blogstar d’oltreoceano.

La risposta di Scoble mi piace molto e spero che contribuisca a diffondere le idee rivoluzionarie di coda lunga, di percolamento delle informazioni nella rete sociale e di abbandono dell’idea di VIP/blogstar come accentratore di traffico.

Quello che conta è il fluire delle informazioni da un blog all’altro, magari passando da un tumblr o da un twit, da una casetta all’altra della rete.

L’altra sera mi sono trovato ad una cena privata per le ultime battute della primarie del nascente Partito Democratico. Pubblico di età media superiore alla mia, misto di amici ed élite locale, alfabetizzato al punto giusto da venire invitato via mail ma non di più. Non mi stupisco di non sentire pronunciare la parola Internet o Blog dall’oratore. Passate le domande di rito (come si vota, come avviene lo scorporo, etc.) si forma un capannello per proseguire la discussione.

(finalmente) Microsoft divorzia da Bungie

Is Microsoft divesting Bungie?:

Based on an e-mail from an alleged insider, the post says Microsoft will retain the rights to the Halo franchise that Bungie developed and Bungie will presumably continue to develop Xbox games.

(Via Robert’s shared items in Google Reader.)

Sarebbe la notizia che tutti i Mac-Bungie fan della prima ora aspettavano dall’estate 2000. Vedremo se sarà vero ed eventuali sviluppi.

Nel frattempo continuo a sognare Marathon Infinity 2008

Update: la notizia è confermata con comunicato ufficiale.

1.0 vs. 2.0 – La scelta

L’esercizio più importante di essere un blogger è la lettura.

Dalla lettura scaturiscono le idee.

Dalle idee – forse – scaturiscono i contenuti.

In quel forse si nasconde la sfida maggiore: la scelta, degli argomenti.

Nessun grado di istruzione scolastica, di quelli passati dalla mia generazione, prevede di insegnarti a scegliere anche se tutti ci provano mettendoti in situazioni in cui si sottoindende di farlo (dalle risposte multiple dei test a crocette alla compilazione del piano di studi).

Men che meno, non ho ricordi di nessun insegnamento che prevedesse l’esercizio della scelta attraverso la scrittura. Tengo fuori concorso la scelta dei temi in classe perché la fatidica terna letterario-storico-d’attualità era una scelta forzata: le alternative erano mutuamente escludentesi dato che nessuno poteva essere un secchione generalista in questi tre ambiti della sapere sopravvivenza scolastica.

Fa eccezione il mondo dei giochi di ruolo ma questa è materia per un prossimo post.

Nel mondo 1.0 fatto di mailing-list e newsgroup, l’argomento era già tracciato, ci si muoveva sul binario pronto del thread innescato e il solletico del reply facile faceva il resto.

Invece quando apri l’aggregatore non consultato da un po’, leggi il numerino dei nuovi post che supera i 3000 devi scegliere quanti marcare come già letti, leggerli e scegliere gli argomenti più interessanti su cui aumentare l’entropia della blogopalla. Una piccola riunione di redazione con te stesso, indiscutibilemente masturbatoria ma educativa. Imparare a scegliere.

Per noi pigri, ossessivi-compulsivi, procrastinatori, una disfatta su tutti i fronti.

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