Le parole sono importanti

Pago, pretendo:

non sarebbe ora di rimuovere quell’inutile e macchinoso “acca-ti-ti-pi-duepunti-barra-barra” dagli indirizzi dei siti web? O almeno sostituirlo con un’acca e basta, se siete di quelli che stanno già per obiettare che serve per eccetera?

(Via Wittgenstein via PhonkEio.)

Luca si lamenta, oltre che di cose sensate (la scomparsa dei codici regionali sui DVD) anche di cose insensate come l’abolizione del prefisso di protocollo http://.

Siamo di quelli che obiettiamo che serve per eccetera ma lo facciamo argomentando: Internet è fatta di protocolli, non di solo web. Da un web browser si possono attivare molte cose carine come ftp, telnet, news e molto altro (hai presente skype?). In un indirizzo web devi aggiungere con quale mezzo vuoi arrivarci: nave? dirigibile? aviogetto? Piccione viaggiatore? Telefono? Ecco, a quello serve l’indicazione del protocollo.

Non lo puoi omettere, non lo puoi abbreviare, perché il resto del mondo usa un’altra convenzione. Il browser tenda di azzeccarci se tu lo ometti ma non è un aiuto che si possa generalizzare a regola universale.

Sarebbe come tornare a togliere il prefisso telefonico per le chiamate urbane ora che lo abbiamo faticosamente inglobato nel numero causa groviglio di operatori fissi e mobili. Comodo se chiami in città, scomodo se devi spiegarlo a chi chiama da fuori. Io non ho nostalgia di zeroseiperchichiamadafuoriroma. E tu?

Discorso diverso per l’eliminazione del www. L’indicazione del www all’interno dell’indirizzo è un aiuto per gli umani, mentre il protocollo è una condizione indispensabile per i computer. Quando il web era appena nato ed era minoritario rispetto a gopher, ftp e telnet, era gentile spiegare che un certo indirizzo portava ad una pagina web. Oggi c’è chi è convinto che non sia più necessario.

Questo post aderisce alla prosa sbarazzina di Vanity Fair.

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