Sull’incapacità cronica di ragionare

Luca Sofri ha pubblicato poco fa un’osservazione nata dalla puntata di ieri sera di Ballarò:

Ed è fatta così la dialettica politica italiana, che ha perso ogni ragionevolezza o disponibilità a capire e discutere (lo si è visto nell’inconsuetamente sobria e interessante ultima puntata di Annozero, povera di politici e vecchi tromboni): che nessuno raccoglie le accuse, ci fa un ragionamento e le smonta oppure accetta, oppure un po’ le smonta e un po’ le accetta; invece tutti controaccusano, non essendo in grado di smontare e non avendo la buona fede di accettare. E siccome la coscienza sporca ce l’hanno tutti, possiamo andare avanti all’infinito. E lo faremo, salvo guerra civile.

Via No, il dibattito no | Wittgenstein

Secondo me la coscienza sporca non sempre è il fattore principale. Esiste un fattore endemico, fondante, che è la cronica mancanza di metodo nei ragionamenti tipici della forma mentis italiana (da cui la cronica incapacità di accettare il concetto di regole, rispetto delle).

E prima di lasciarmi andare all’annosa questione della debolezza della formazione scientifica rispetto a quella umanistica nel percorso scolastico ne approfitto per segnalare ancora una volta un bignami sui falsi ragionamenti: Word Play and Reasoning con cui Rocketboom smontava le giustificazioni per la guerra in medio oriente.

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