Consapevolezza

Fino a ieri quel pezzo di strada ti sembrava tanto lungo.
E pieni di periiiiiiiiiicoli, come per i cappuccetti, di cui ti raccontava la storia papà.

Oggi invece no, oggi è un po’ diverso.
E hai preso i tuoi libri e sei andato in biblioteca a restituirli per prenderne degli altri (sempre sugli animali, immagino, caro il mio scienziato Cesare G).
E, giusto per non morir di fame per la strada (che potrebbe anche farti far brutta figura, in effetti), sei anche andato in panificio a prender la parigina. Ché la trovi solo a Brentonico la parigina e ti piace tanto. E son certa che non è arrivata a vedere l’ultimo dei 50 metri che separano il panificio dalla biblioteca.

E hai portato anche Dido con te, perché sei grande e tuo fratello lo guardi tu.
E poi le parigine piacciono anche a lui… mica può restar senza la sua parigina un bambino, vero? Forse la sua ha pure varcato la soglia della biblioteca.

E poi… e poi… anche nei giorni scorsi ti ho visto sai?

Ti ho visto con le lacrime agli occhi quando stavamo uscendo dalla casa dei nonni per portare al pronto soccorso Ulisse.

Lo riportate subito a casa, vero? Non lo lasciate mica in ospedale, vero?

Ti ho visto quando gli hai detto che era fortunato a stare in ospedale, perché aveva molti servitori, il bagno a sei passi e la cucina vicina e poteva prendersi tutte le bottigliette di acqua che voleva
E ti ho visto stringere i denti sul ponte tibetano tra gli alberi. E ho visto che avevi paura. Ma, come hai fatto tante tante altre volte, non ti sei arreso e sei arrivato in fondo. E ci sei tornato ancora. E poi ancora. Per vincere la paura ogni volta un po’ di più.

E ti ho visto correre a perdifiato con gli amici in una malga in mezzo ai monti. E poi toglierti la maglietta.

Mamma, ma come hanno fatto i dottori a farmi tutte queste cicatrici?

Tesoro, hanno dovuto tagliarti per arrivare al tuo cuoricino e così poterlo riparare.

Ma allora io ho rischiato di morire.

Già tesoro, hai rischiato di morire, ma, come sul ponte tibetano non ti sei arreso.
Ma questo non te l’ho detto.
Ti ho solo abbracciato stretto stretto.

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Comments

Aaron
29 Agosto 2012 at 18:28

Grazie per i periodici aggiornamenti che ci mandate. Il Tatino ormai è un Tatone e si prende cura del suo fratellino. Un grande! Spero di vedere in futuro qualche foto dei due bimbi.

P.S. Era più carino il tema di prima 🙂



30 Agosto 2012 at 14:47

Vi leggo dai primi post. E adesso vi abbraccerei, se potessi. Fortissimo.



30 Agosto 2012 at 14:50

Il tema l’ha scelto Daria… ma piace anche a me! 🙂



30 Agosto 2012 at 14:51

@valentina: grazie di esserci stata. Prima o poi l’abbraccio ce lo diamo dal vero!



nonna Elena
1 Settembre 2012 at 21:44

Quanti progressi, nipotini adorati e lontani dalla nonna Elena. Grazie alla vostra nonna Lidia, molto più brava di me ad insegnare a volare ai nostri rondinini….



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