Bologna, 2 agosto 1980 – 2 agosto 2004

Stamattina come ogni anno ero in Via Indipendenza a seguire la silenziosa camminata verso la piazza antistante la Stazione.

E' un rito collettivo, un momento particolare che è molto difficile da spiegare per chi non l'ha mai vissuto.

La strage alla stazione è una ferita che ogni bolognese, genuino o adottivo (come il sottoscritto, ma da lunga data) si porta dentro senza bisogno di una spiegazione precisa o un legame diretto.

Non importa l'aver conosciuto qualcuno coinvolto nella strage o l'aver perso un parente o un amico. Una vicenda di questa portata è una ferita al cuore di chiunque conosca questa città.

Alle 9 e mezza di mattina del due agosto di ogni anno è del tutto naturale cominciare la lenta camminata, dietro agli stendardi e agli striscioni, con autorità e gente comune mescolata senza distinzione.

Cos'altro potremmo fare?

Se una strage del genere, e i difficili anni che sono seguiti cercano di annebbiare e far dimenticare, l'unica risposta possibile è un noi ci siamo. Basta una camminata, niente di più facile.

Io da quando ho avuto possibilità di decidere, ho spostato le ferie o programmato le vacanze in maniera da non mancare il 2 agosto (mi hanno fermato la febbre un anno e un viaggio aereo un altro).

Fatelo anche voi. Chi vive a Bologna per lavoro o studio, prendete un treno e venite a Bologna il 2 agosto mattina. Chiamate i vostri amici. A piedi o in bicicletta va bene qualsiasi cosa. Mentre tutti sono addossati sulle riviere, con densità di ombrelloni a livello di formicaio, sarebbe bello vedere Bologna il 2 agosto 2005 brulicare di persone che si dirigono in stazione. Solo per esserci.

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