La classe non è Aqua

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13 anni fa Mac OS X Public Beta: cursori caramellosi e strisce di sfondo ci fecero prima stupire poi stufare. Con l’evoluzione di OS X l’interfaccia migliorò moltissimo. Oggi le nuove icone piatte di IOS 7 fanno lo stesso effetto e promettono un futuro analogo.

Il punto di vista di uno sviluppatore. Via DF.

But with major user interface changes such as Aqua or iOS 7, Apple has another tendency: they overshoot the mark. Their incremental approach then becomes one where unnecessary items are removed (such as Aqua’s stripes) or improved (excessive shadows and transparency are toned down.)

There’s a good reason for this: it’s much easier to take away elements from a design than it is to add them. Simplicity is achieved by removing that which is not really needed.

One parallel with iOS 7 and Aqua that I don’t expect to see: an evolution that takes over a decade. There are a couple of reasons for this.

(Via furbo.org · Been There, Done That.)

Apple dice addio agli XServe

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You don’t think Apple is filling that North Carolina data center with Xserves, do you?

(Via Daring Fireball Linked List: James Gosling on Apple’s Java Discontinuation.)

Letta la notizia sulla morte degli Xserve Mi è tornato subito in mente questo commento di John Gruber a proposito della dismissione del supporto Java su Mac OS X.

Dopo averne decantato le lodi come supercomputer e come stazione per il rendering video di Final Cut Pro e per lo streaming QuickTime ora fa silenziosamente scomparire la tecnologia hardware e rende meno evidente Mac OS X server (secondo alcuni verrà incorporato in Mac OS X 10.7 Lion). Già ora non esiste più la pagina dedicata a QuickTime Streaming Server, ridotta ad un paragrafetto sulla pagina QuickTime and beyond cui si viene rediretti.

Al di là di cosa voglia vendere all’utenza, mi chiedo su quale infrastruttura tecnologica intenda costruire la futura “Apple on the cloud” che appare in evitabile per svincolare iPhone e iPad dall’attivazione di iTunes e dalla gestione centralizzata dei contenuti acquistati.

Gli attuali streaming video HTML5 degli Apple special events da che tipo di server vengono erogati? Con quali batterie di macchine vengono renderizzati i video? Non vorrete farci credere che avete rack di Mac Mini Server e di ingombranti MacPro migrati seguendo le istruzioni ufficiali?

Secondo me questo è il primo passo di un cambiamento profondo infrastrutturale.

Gruber, what did your little birdie told you this time? 🙂

iTunes 9.0.1: l’aggiornamento che cura il Mini Player

Avevo appena fatto in tempo a notare il cambio di comportamento dell’interfaccia di iTunes 9 che Apple fa uscire l’aggiornamento a iTunes 9.0.1 che tra, le altre modifiche, fa ritornare il comportamento usuale del bottone di zoom:

iTunes 9.0.1 provides a number of important bug fixes, including:

  • Resolves issues browsing the iTunes Store.
  • Addresses a performance issue where iTunes may become unresponsive.
  • Fixes a problem where iTunes may unexpectedly quit.
  • Fixes a problem syncing Podcasts in playlists to iPod or iPhone.
  • Fixes a problem sorting albums with multiple discs.
  • Addresses an issue with the Zoom button not switching to Mini Player.
  • Improves application syncing for iPod touch and iPhone.
  • Genius is now automatically updated to show Genius Mixes.

(via Aggiornamento Sofware di Mac OS X e iTunes 9.0.1 su Apple Support)

In rete se ne è accorto già Macworld ma non la stessa Apple che non ha ancora aggiornato la pagina di supporto:

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iTunes 9 Mini Player

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Abituato com’ero a minimizzare iTunes cliccando sul bottoncino verde che commutava fra finestra intera e miniplayer non riuscivo a capire il ritorno al funzionamento tradizionale dello stesso bottone su iTunes 9.

Un po’ di esplorazione fra i menu e ho trovato un bel comando Switch From/To Mini Player in fondo al menu View (menu Vista in italiano).

Mi sono poi chiesto quale sarebbe stato il corrispondente comando per il mouse e mi sono detto: è una variante del click sul bottone verde, mettiamoci un option davanti… et voilà, funziona!

Per fortuna a fronte di un cambio di comportamento inaspettato, Apple ha mantenuto la sua consueta logica per il click.

Un giretto su Google e ho trovato riscontro su macosxhints, e una discussione su Newton Poetry che ha causato l’aggiornamento della pagina di supporto Apple.

Update: Apple ha pubblicato l’aggiornamento di iTunes 9.0.1 che sistema l’anomalia.

iWork ’09 – l’Ufficio del 2009 su Applicando

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Su Applicando di Marzo è uscito il focus su iWork ’09.

L’abbiamo scritto a quattro mani con Beniamino che ha curato gran parte del pezzo (Pages, Numbers e l’introduzione generale).

Io mi sono occupato di Keynote ’09, cercando di cogliere, attraverso l’analisi delle nuove feature, la direzione verso cui sta andando Apple con l’evoluzione dei propri software. Un punto di vista che ho cercato di mantenere anche con i prossimi articoli su iLife ’09.

C’è una linea editoriale precisa già in Mac OS X, che per definizione di sistema operativo sarebbe in linea di principio un software di utilizzo generale, ma ancora più spiccata nelle iApps, vero e proprio invito alla creatività digitale.

Un caffé alle macchinette a chi indovina a che ora ho finito di scrivere l’articolo.

MobileMe – altri 60 giorni gratis

Nella notte mi è arrivato un asciutto comunicato di Apple che, come già successo al momento del lancio, si scusa per i problemi del nuovo servizio MobileMe e offre 60 giorni gratis come omaggio di scuse.

MobileMe offre 2 mesi gratis per scusarsi

Nella mail è contenuto anche un link verso una pagina con maggiori dettagli.

La durata del servizio si allunga così a 15 mesi, estensione che fa molto comodo a noi vecchi utenti che ogni anno ci interroghiamo sul perché rinnovare, pagando uno dei costi nascosti di MacOS X, un servizio che ha ormai diversi omologhi gratuiti nel web2.0.

Nel mio caso la decisione di inizio ottobre si sposta a inizio 2009 e mi riprometto di provare a fondo tutte le feature di MobileMe. L’integrazione di tutte le componenti e le applicazioni del Mac OS è la cosa che mi piace di più del mondo Apple, la ragione per cui mi ostino a usare Mail e Safari invece di Thunderbird e Firefox, o, in ambito leggermente diverso (applicazioni Apple built-in rispetto ad applicazioni Apple a pagamento) iMovie invece di FinalCut Express.

Su Mac OS X non si deframmentano i dischi

O meglio: non lo si fa quasi mai. Capito caro neo utente Mac con nostalgie Nortoniane?

Ce lo spiega l’apposito documento Apple appena aggiornato:

Do I need to optimize?

You probably won’t need to optimize at all if you use Mac OS X. Here’s why:

[…]

e conclude, con l’inconfondibile stile Apple:

If you think you might need to defragment

Try restarting first. It might help, and it’s easy to do.

1998-2008: 10 anni di keynote

Manca poco più di un’ora al keynote di Steve Jobs con le novità Apple per il 2008. La solita tempesta di ipotesi si impenna fino all’ultimo. Tutti aspettano un subnotebook, un qualche oggetto fantascientifico, lo sbarco su Marte.

Guardando l’ultima cifra dell’anno in corso mi rendo conto che sono ormai 10 orbite terrestri da quando ho iniziato a seguire i Keynote di Steve. Crescente eccitazione prima e durante, discussioni peggio dei processi calcistici subito dopo. Ognuno a proiettare su Apple le aspettative più improbabili. I commentatori e Apple stessa a convincerti che erano prioritari passi fondamentali, milestones, come il consolidamento di standard industriali: USB al posto di ADB, QuickTime versione 3 (era il 1998, appunto), fino a Mac OS X in tutte le sue incarnazioni.

Ora Apple è pienamente risanata, carica di liquidi e capitali per produrre innovazione a più non posso. E’ addirittura quasi monopolista nel mercato della musica e dell’entertainment, fa scelte meno “affascinanti” e più strategiche. Ha masse di nuovi fan dall’atteggiamento meno da adepto e più da fan dalla delusione facile.

Strano panorama, vorrei tornarci con più calma.

Eppure il Keynote è un momento importante, il momento più alto della comunicazione Apple, come spiega molto chiaramente Antonio nel suo libro Emozione Apple, da cui si capisce ben più dei dettagli tecnici e markettari di cui si riempirà il sito ufficiale a keynote concluso. Dove Steve mette l’accento, anche se non ti spiega tutte le feature dei nuovi prodotti, quello è il baricentro della nuova strategia, il fulcro dell’innovazione. Che piaccia o meno, che lo compriate o meno.

Non vedo l’ora di commentare il filmato in differita con gli amici stasera. Alle 18 ho un appuntamento importante, niente diretta.

Buon live coverage, ragazzi. Vi invidio.

Apple banqueting

Tre giorni fa sono stato ad un seminario di Apple Italia riservato a clienti selezionati.

L’occasione era presentare le funzionalità di podcast producer di Mac OS X 10.5 Leopard server. Nessun segreto rivelato, com’era da aspettarsi, ma un’ottima presentazione, dai toni rilassati e colloquiali, quasi del tutto priva di enfasi markettara che mi ha risparmiato una lunga analisi della documentazione di Leopard server.

Non era per blogger ma è come se lo fosse stato. Si sono toccati aspetti da coda lunga (democratizzazione dei mezzi di produzione, contenuto multicanale destinato a nicchie diverse, etc. Non diro’ altro: tutte le slide erano targate apple confidential). Un seminario per gettare semi per altri incontri one-to-one a richiesta.

Una formula che ha funzionato: poche persone (15-20) di estrazione omogenea, tempo una mattina (giusto ma senza abbondare) per ascoltare e domandare, confrontarsi con gente conosciuta ed essere trattati alla pari anche dai vertici di Apple Italia cui chiedere lumi per i propri progetti. Alcune domande hanno trovato risposta, altre sono state elegantemente rinviate ad incontri di approfondimento.

Mi chiedo come sarebbe stato un incontro del genere dedicato ai blogger, che tenesse sapientemente in conto il potere di “divulgazione critica” della blogosfera più periferica.

Il buffet (anzi, il banqueting come recitava il marchio sui tovaglioli) era favoloso e ha fatto da collante per la parte più social, condita dalla solita atmosfera surreale da “ti conosco da una vita e ti saluto con un cenno del capo”. Valeva il viaggio nella nebbia in pieno sciopero dei TIR.

P.S.: il blocco appunti omaggio verrà devoluto in beneficenza.

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