Apple configura anche i teatri

Everything visible inside the Bill Graham Center was installed by Apple. Most of the structure was built just for the event. They even bought all the seating — you should probably contact Apple if you’re looking to buy theater seating. Effectively, Apple designed and built their own custom theater just for this event. It looked great.

via Daring Fireball: Brief Thoughts and Observations Regarding Today's 'Hey Siri' Apple Event.

All’evento di presentazione di iPad Pro, iPhone 6S, Apple TV Apple ha curato anche l’allestimento interno del teatro, nonché audio e video.

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His name is still on the door

Tim Cook ricorda Steve Jobs e il suo credere nell’innovazione, il semplice contrapposto al complesso, lo stare focalizzati, la lotta per la perfezione; tutti valori che sono ancora presenti nell’Apple di oggi:

Potresti mettere tutti i prodotti che Apple produce oggi su questo tavolo, ogni singolo prodotto. E i ricavi quest’anno ammonteranno probabilmente a 180 miliardi. Probabilmente non c’è nessun’altra azienda sulla Terra che potrebbe dire lo stesso.

 

I tempi di Apple

John Moltz su Macworld risponde a chi si aspetta una novità dietro l’altra da parte di Apple:

There seems to be a persistent myth that Apple churned out a groundbreaking products every quarter under Jobs. In reality, it was three years between the iMac and the iPod, another six before the iPhone was released, and then three more prior to the iPad. The fact that Tim Cook’s Apple has not unveiled a new product category since the original iPad is not a colossal fail of epic proportions. In fact, you could argue that the fact that Apple is not rushing something out the door is a sign that it’s operating its business as usual. The company is releasing products on its own schedule, not at the whim of pundits or analysts.

Nerds still like files too much

Un’interessante conversazione riguardo la perdita di visibilità del filesystem che sta accompagnando inevitabilmente l’era dei post-PC devices:

Dropbox vs. iCloud — 512 Pixels:

Dropbox’s main usage is to sync files; iCloud would have users sync data, hiding the individual files from the user interface. MobileMe’s iDisk was more of a direct competitor with Dropbox than iCloud is, as its primary use was syncing folders and files.

Apple’s wants to leapfrog this entire model with iCloud. iCloud may become the go-to solution of OS X and iOS users to sync data in the future, but right now, that’s just not true. Nerds still like files too much.

Daring Fireball:

Perhaps not a bad definition of a post-PC device: one with no user-visible file system. […] That’s why we nerds love Dropbox on our post-PC devices — it gives us some PC-like control. Sometimes we want files.

Nel lavorare con le applicazioni, escludendo cioè il lavoro dell’informatico all’interno delle applicazioni e delle infrastrutture, si tende a creare un gran numero di files riproducendo il disordine di una scrivania fisica piena di fogli e raccoglitori.

Avere a che fare con i soli files di Pages, Numbers e Keynote o gli album e playlist di iPhoto e iTunes, che sono astrazioni di gruppi di files “reali” sul filesystem, dovrebbe indurre una maggiore pulizia mentale, un minimalismo fondato sulla scelta. Creo un nuovo progetto solo se ho uno scopo preciso, fosse anche la lista della spesa.

Il condizionale è d’obbligo, perché non siamo tutti decisionisti tantomeno decisionisti zen.

L’ultimo keynote

Poche ore fa ho finito di vedere sull’Apple TV il video dell’evento di presentazione dell’iPhone 4S come ho fatto per tutti i keynote precedenti.

Volevo cercare di capire come Tim Cook volesse presentare Apple dopo le dimissioni di Steve Jobs cogliendo anche il minimo dettaglio tra sguardi e parole.

Il keynote aveva un tono surreale: l’entusiasmo d’ordinanza lasciava trasparire volti tirati, le frasi a lungo provate che dovevano comunicare l’ultima meraviglia tecnologica sembravano limitarsi a “fare il proprio dovere” per l’holyday season, sciorinando feature su feature come se leggessero l’elenco del telefono.

Phil Schiller, di solito buontempone e brillante, era tetro e privo di vera enfasi. Scott Forestall aveva spento il suo consueto sguardo allucinato e dava ordini vocali a Siri con malcelata mestizia, quasi ignorando il pezzo di fantascienza realizzata che aveva in mano.

Un’ombra pervade quel filmato, quella di Steve Jobs, cui mai un accenno, mai un saluto viene rivolto. Solo un rispettoso silenzio e qualche somiglianza nei gesti di Tim Cook. La sua voce grave ma ferma prende le redini di Apple trasmettendo la consapevolezza di un dolore che non si può più evitare.

Erano le 1:40 di questa notte. Alle 5:20 Daria mi chiama e mi dice della scomparsa di Steve Jobs. Io rispondo “me lo sentivo dentro”.

Grazie, Steve.

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…E neanche Mac OS X Server si sente troppo bene

To go even further, but we are not there yet, it would be Mac OS X Server that could be discontinued. There will be a server version of Mac OS X Lion, but it might be the last Mac OS X server update.

(via Hardmac.com : Le “Macbidouille” in English – [Rumor] The discontinuation of the Xserve would be only the beginning via Nezmar)

Ieri gli XServe, oggi Steve, domani (sembra) tutta la linea professionale Apple.

Odio dire “l’avevo detto”.

A splendid time is guaranteed for all

Tra 60 minuti Apple svelerà il mistero dietro l’annuncio che ha oscurato 21 home page dei suo siti nazionali. (con due traduzioni diverse per la parte italiana).

Secondo il Wall Street Journal Il catalogo dei Beatles dovrebbe sbarcare su iTunes, secondo molti si tratterebbe di un iTunes on the cloud.

Ai Beatlesiani come me batte forte il cuore, anche se abbiamo al sicuro nell’armadio i vinili originali, i CD originali degli anni ’80, le Antologies, i CD rimasterizzati dell’anno scorso e relativi file audio importati in iTunes.

Tutti gli altri stanno dicendo “embe’, tutto qui”?

A costoro, specie a quelli cui manca un enzima, come dice Roberto, vorrei spiegare qualcosa.

Essere Beatlesiani non è una scelta, è una malattia.

Si viene contagiati senza neanche accorgersi. Al contagio segue una sfrenata, felice, allegrissima dipendenza che non finisce mai.

Un Beatlesiano ascolta una canzone, una porzione di canzone, un accordo come un amante della montagna non smette di guardare la sua vetta preferita in una giornata di sole.

Un Beatlesiano d’annata non è un più un fan adolescente, non gliene frega niente del pettegolezzo inedito ma è capace di eccitarsi per qualunque cosa faccia rivivere il suo sogno, quel sogno durato poco meno di un decennio e mai vissuto di persona.

Per un Beatlesiano i Beatles non sono un gruppo musicale qualsiasi, non sono neanche i rivali dei Rolling Stones, non li paragona a nient’altro. Sono una passione pura e semplice. Un pezzo di storia della musica, un’ininterrotta cascata creativa.

Per un Beatlesiano il treno di A Hard Day’s Night non si è mai fermato e lo Yellow Submarine naviga ancora tra il Mare dei Mostri e il Mare dei Buchi.

Un Beatlesiano che sia anche malato di Apple da 20 anni ha due passioni parallele, anzi due malattie parallele. A lungo vi ha trovato affinità e a lungo si è crucciato nel vederle contrapporsi a suon di tribunali.

Difatti il Beatlesiano Applemaniaco sa che neanche un sonnambulo confonderebbe la mela verde con la buccia dei Beatles con la silhouette monocolore di quella di Apple, Inc. e sono anni che spera che si mettano d’accordo, ellamiseria.

Il Beatlesiano ha sempre sorriso quando cambiava i suoni di sistema e sceglieva sosumi.

Il Beatlesiano Applemaniaco si ricorda quando presentando il primo iPod Steve Jobs ha suonato uno dei due brani scelti da A Hard Day’s Night.

Il Beatlesiano Applemaniaco gioirà, se fra 40 minuti vedrà i ragazzi su iTunes perché due pezzi del suo puzzle del cuore andranno insieme. E magari deciderà di svenarsi di nuovo se proprio proprio ci fosse qualche nuova bonus track.

Perché il sogno, digitalizzato, avrà un nuovo sussulto di vita.

Apple dice addio agli XServe

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You don’t think Apple is filling that North Carolina data center with Xserves, do you?

(Via Daring Fireball Linked List: James Gosling on Apple’s Java Discontinuation.)

Letta la notizia sulla morte degli Xserve Mi è tornato subito in mente questo commento di John Gruber a proposito della dismissione del supporto Java su Mac OS X.

Dopo averne decantato le lodi come supercomputer e come stazione per il rendering video di Final Cut Pro e per lo streaming QuickTime ora fa silenziosamente scomparire la tecnologia hardware e rende meno evidente Mac OS X server (secondo alcuni verrà incorporato in Mac OS X 10.7 Lion). Già ora non esiste più la pagina dedicata a QuickTime Streaming Server, ridotta ad un paragrafetto sulla pagina QuickTime and beyond cui si viene rediretti.

Al di là di cosa voglia vendere all’utenza, mi chiedo su quale infrastruttura tecnologica intenda costruire la futura “Apple on the cloud” che appare in evitabile per svincolare iPhone e iPad dall’attivazione di iTunes e dalla gestione centralizzata dei contenuti acquistati.

Gli attuali streaming video HTML5 degli Apple special events da che tipo di server vengono erogati? Con quali batterie di macchine vengono renderizzati i video? Non vorrete farci credere che avete rack di Mac Mini Server e di ingombranti MacPro migrati seguendo le istruzioni ufficiali?

Secondo me questo è il primo passo di un cambiamento profondo infrastrutturale.

Gruber, what did your little birdie told you this time? 🙂

Addio, Versiontracker

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The team who brought you VersionTracker is part of the team that now brings you CNET Downloads; we are the same people who have been with you for years. We know how important the information on the VersionTracker website is, which is why we wanted to preserve it, enhance it, and make it part of the CNET experience.

(Via Versiontracker popup nella nuova home)

Versiontracker era il portale che annunciava ogni minimo cambiamento di ogni software Mac, piccolo o grande che fosse con tanto di valutazioni, commenti, e link alle versioni precedenti.

Era un mondo in cui eravamo in netta minoranza, i Panda sbeffeggiati dalla maggioranza Win-centrica.

Versiontracker era la dimostrazione che il software per Mac c’era ed era vivo e vegeto.

Versiontracker era l’home page di ogni recensore di shareware, freeware e software commerciale per Mac, prima di Google, prima di Macupdate, prima della pagina Downloads di Apple.com. Prima di App Store.

E ora, con un grande rutto (cit. Clarence), viene digerito nel mare magnum di CNET, che sempre in quell’epoca manco sapeva che gli file compattati Mac finivano in .sit (e neanche oggi, a dire il vero, molti se lo ricordano più). Una scarna VersionTracker FAQ ci racconta che fine fanno gli account Pro e il software a corredo di VT.

Addio VT, ti abbiamo voluto bene.

L’iphone 4 tra l’incudine e il keynote

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Jobs e Apple puntano tutto da sempre prima sul keynote e poi sul sito apple.com e le press release.

Negli anni i Keynote degli Apple Events hanno avuto sempre più risalto sul sito Apple, trovando ora una collocazione definitiva dopo varie sistemazioni all’interno del ramo QuickTime.

Il dato costante è sempre stato: scordiamoci il passato e gli eventi scomodi. La pagina attuale si ferma infatti a fine 2009.

Proprio ieri ho cancellato una carrettata di vecchi bookmark di Safari e per scrupolo ho controllato quelli dei keynote dei macworld 2003. Niente, spariti (ovvio: è sparito il MacWorld come “evento Apple”).

Tra 7 ci sarà la conferenza stampa che tutto il mondo tecnologico si aspetta. Si dà per scontato un richiamo degli iPhone 4, un risarcimento, un’ammissione di colpa nell’aver saputo in anticipo del difetto e avere taciuto. (notizia di Bloomberg basata su fonti non confermate, ripresa da noi dal Post):

Last year, Ruben Caballero, a senior engineer and antenna expert, informed Apple’s management the device’s design may hurt reception, said the person, who is not authorized to speak on Apple’s behalf and asked not to be identified. A carrier partner also raised concerns about the antenna before the device’s June 24 release, according to another person familiar with the situation.

[…]

Steve Dowling, a spokesman for Apple, declined to comment and said he wouldn’t make Caballero available for an interview. Caballero didn’t respond to a call and an e-mail seeking comment.

Inoltre secondo il WSJ il tempo per i test sarebbe stato scarso e i prototipi camuffati non erano “testabili” perché non potevano essere toccati direttamente:

The iPhones Apple sends to its carrier partners for testing are “stealth” phones that disguise a new device’s shape and some of its functions, people familiar with the matter said. Those test phones are specifically designed so the phone can’t be touched, which made it hard to catch the iPhone 4’s antenna problem.

Apple gave its carrier partners far less time to test the iPhone 4 before its launch and gave them significantly fewer devices to test than other handset makers, people familiar with the matter said. AT&T Inc., Apple’s exclusive partner in the U.S., has until recently taken the brunt of criticism for dropped calls on Apple phones.

A poche ore dal presunto spargimento di cenere sul già grigio capo di Jobs, Apple tiene in home page l’iPhone 4 e i tre link ai filmati pubblicitari e al keynote di Jobs di giugno, quello in cui al minuto 00:33:20 Jobs esalta il gap nella banda metallica che separa le due antenne, il gioiello di progettazione che garantisce una migliore ricezione ma anche quello che se cortocircuitato dalla mano sinistra la peggiora.

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Non ha senso. Ammettere un difetto è corretto e doveroso, proporre un’alternativa anche. Un richiamo massiccio e una disfatta no, almeno con queste premesse comunicative.

Mi azzardo a lanciarmi in previsioni: offriranno sconti o rimborsi sull’iphone 4 (o una custodia gratuita, come fecero con il primo iPod nano) ma tireranno fuori dal cilindro qualcosa di grosso per “coprire” la figuraccia e anticipare prodotti futuri. Un nuovo iMac? Servizi sul Cloud? Mah, vedremo.

Update: anche il New York Times rilancia l’idea che non ci sarà un richiamo di iPhone 4 da parte di Apple.

The person said the problems were longstanding but had been exposed by the design of the iPhone 4. All cellphones can be affected by the way a hand grips the phone, but well-designed communications software compensates for a variety of external factors and prevents calls from dropping, the person said.

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