Il giornalismo urlato fa il web schizofrenico.

Repubblica.it - Osama ucciso

E’ da un po’ che osservo l’evolversi delle home page dei giornali cartacei online, in particolare di Repubblica.it. Sono passati oltre dieci anni dallo “sbarco sul web” del giornale cartaceo, qualcosina è migliorato ma l’affannosa voglia di riprodurre online lo strillo del giornale cartaceo e la velocità urlata del telegiornale non si è affievolita.

Negli ultimi tre giorni ci sono stati tre eventi-notizia mondiali come il matrimonio di William e Kate, la beatificazione di Papa Wojtyla e l’Uccisione (presunta, direi) di Osama Bin Laden. Nei mesi passati c’è stato l’attacco alla Libia e le altre rivoluzioni nei paesi del nord Africa.

In ogni occasione l’home page si allarga a tutto campo, e il titolone diventa uno strillo sopra un carosello di foto a effetto.

Ma la sintesi di uno strillo non basta più, l’ansia di voler dire tutto ma proprio tutto in home page inzeppa sommario e occhiello di link grandi, link medi, link minuscoli con e senza iconcine.

Non contenti di ciò il titolo-strillo viene spezzato in più frasi ognuna linkata verso un contenuto diverso.

E’ il collasso dell’usabilità, l’informazione del web trasformata in urlo, l’attenzione del lettore-navigatore strattonata ad ogni occhiata.

Mai come ora benedico l’informazione data dal passaggio del mouse: se non vado a vedere nella barra inferiore di Safari (menu Vista > Barra di Stato) a quale indirizzo porta il link su cui sto passando il mouse non oso cliccare: non è chiaro in quale sezione del giornale si finisce, non si sa se verrà mostrato un video, un articolo o una foto (e se non ho flash istallato? E se non ho abbastanza banda?), non si sa se una volta all’interno dell’articolo avrò a portata di mano gli altri link sulla stessa notizia presenti nel titolo strillato della home page.

Praticamente sembra di stare in un ingorgo di traffico dell’informazione.

Continuo a pensare che, problemi di usabilità a parte, sul web quel che conta è l’interesse, non l’attenzione. Voglio essere informato da qualcosa che richiami il mio interesse e vi immetta dati nuovi, non da qualcosa che ha urlato più forte e mi abbia fatto precipitare nella pagina dei video più cliccati invece che nella sezione Esteri.

Se un evento è in aggiornamento frenetico può capitare di ritornare alla home dopo aver letto un articolo e trovarla cambiata, con una diversa disposizione di link “urlati” e parcellizzati nel titolo principale. Devo di nuovo orientarmi, aprire tante pagine in tab diversi e farmi un ordine mentale.

Leggere, anche nel bel mezzo di una breaking news, dovrebbe essere un piacere, non una fatica.

Il Tablet dopo tanti keynote

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Il keynote di stasera di Apple arriva dopo una lunga serie di eventi simili che hanno contrassegnato la seconda era Jobs dal 1997 ad oggi. L’aspettativa però è seconda forse solo alla presentazione del primo iPhone.

Eppure il copione ce lo si può immaginare facilmente insieme agli eventuali fattori di smorzamento di entusiasmo come disponibilità limitata iniziale, i relativamente pochi contenuti disponibili, immissione sul mercato europeo ed italiano tardiva.

Difatti questi aspetti sono quelli che trattengono noi vecchi utenti dallo spaccare il salvadanaio la sera stessa dell’evento e dall’incollarci ai siti di news (magari anche complice il dover mettere a tavola alla stessa ora due ibabies affamati)

Abbiamo seguito eventi in un’epoca in cui Apple arrancava inseguendo il tradizionale concetto di computer e ricarrozzandolo con l’eleganza e la potenza for the rest of us. Abbiamo passato keynote su keynote a sfatare il mito dei megahertz, a sollazzarci per la collaborazione di nuovi editori di giochi e di una scheda video decente di serie, mentre la concorrenza PC sfornava GPU fumanti macinapoligoni. Ricordo tristemente applausi per una porta firewire sugli iBook (Parigi 2002, se non erro. Del resto i PC manco sapevano cosa fosse, ai tempi).

Era però un’epoca in cui si sperava che il keynote successivo sfornasse l’erede del Newton, una sorta di ipod con schermo e interfaccia firewire (ho il mockup di un improbabile iFire in qualche vecchio mail) e si credeva facilmente a fotomontaggi proprio come oggi. Per questo si perdeva di vista l’evoluzione graduale di una ditta che doveva prima consolidare le fondamenta, sia pur innovando, inseguendo un mercato precostituito, dove un iMac male accolto significava guai seri.

Poi sono arrivati iPod e iPhone, la conquista del mercato PC con iTunes e BootCamp e quindi un’era di liquidità e di nuovo mercato (itunes store, App store) creato da Apple stessa. Da iPhone in avanti Apple ha mano più libera e disegna i contorni dei suoi prodotti e dei suoi servizi. Questo non significa successo automatico, anzi. Piuttosto scrittura delle proprie regole.

E ormai le regole di Apple le conosciamo bene: prodotti ben riconoscibili e interfaccia su tutto. non dimentichiamoci intere sezioni di keynote per un bottone su una finestra del Finder o su un’iApp come iPhoto o iDVD. Ergonomia ed eleganza, mettere in condizioni l’utente di creare, lavorare e divertirsi dimenticandosi quasi dei comandi che sta impartendo alla macchina. Messa a frutto appieno dei building blocks di Mac OS X (OpenGL, Core animation, core audio, etc. etc.). Gentile e fermo allontanamento di chi si discosta dagli utensili ufficiali. E infine calata del prodotto nel mondo reale sullo sfondo di un servizio come iTunes store, dove un utente giovane, sorridente, multirazziale, vestito casual, fruisce del mondo multimediale tutto a portata di dito. L’apoteosi del prodotto olistico, nel bene e nel male, non chiuso ma osservante di regole e componenti che non alterino l’esperienza Apple. Prodotto che prende quel che gli basta dal mondo open source per iscriverlo nel “canone Apple”. Lontano, se non antipodico, al modello Google (con ampie sacche di chiusura anch’esso), un’azienda gestita da ingegneri e non da designer, col focus sulle funzionalità prima che sul “tutto”. Concorrente ideale.

L’attesa c’è anche per noi vecchi utenti, dunque. Apple è vicina alla realizzazione di progettare il personal computing come vuole lei. Speriamo che non ci deluda. Un fatto mi conforta: Apple in genere arriva a darti la feature che manca proprio quando allunghi la mano per cercarla, quando sperimenti qualcosa che vorresti fosse fatto meglio, più elegante, più fluido, più Apple. Io in questi giorni faccio fatica a sfogliare le pagine dei miei eBook sul mio amato e neoarrivato Kindle.

Bologna, 2 agosto. In soccorso della memoria

Il Trentasette

I soccorsi vennero organizzati immediatamente: ‘La prima ambulanza è piombata sul piazzale della stazione neppure due minuti dopo’. Così il Resto del Carlino, giornale cittadino, raccontava la reazione allo scoppio della bomba in stazione.

Ancora prima dell’arrivo di ambulanze e di vigili del fuoco i sopravvissuti vennero aiutati da passanti, ferrovieri e tassisti.
Anche le automobili private furono utilizzate per il trasporto dei feriti e fecero la spola fra stazione e ospedali.

Le lunghe catene umane in cui venivano passati i calcinacci, i mattoni che si spostavano tentando di liberare la zona dell’esplosione, sperando di trovare persone vive, seppur ferite, sotto le macerie erano formate da volontari, vigili del fuoco, soldati di leva; spesso si trovarono a lavorare fianco a fianco persone diverse, persone che, a Bologna, si erano trovate a fronteggiarsi anche aspramente sul piano politico.

Soccorsi bus 37
Soccorsi bus 37

Via Bologna – 2 Agosto 1980 – Associazioni Familiari vittime della strage alla stazione – I soccorsi

A Sasso Marconi i Radio Days e NGN

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Parte oggi l’edizione del 2009, centenario della consegna del Premio Nobel per la Fisica a Guglielmo Marconi, dei Radio Days a Sasso Marconi, sull’appennino alle porte di Bologna.

In questa IV edizione, una settimana di eventi ed incontri a tema Marconiano, dalla proiezione di di docu- drama, a mostre fotografiche, pièce treatrali, dibattiti, radiomerende e biciclettate. Finisce il 17 maggio, sul sito del Comune di Sasso il programma completo in pdf.

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A metà settimana, il 14 maggio la settimana culminerà nel convegno

NEXT GENERATION NETWORK – Convergenza digitale e territorio,

[…] momento di confronto tra i protagonisti pubblici e privati del settore Tlc per fare il punto sulle tecnologie di telecomunicazione, con particolare riferimento alle soluzioni che intendono contrastare il divario digitale.

Negli anni si è affrontato il tema della tecnologia wireless e comunità rurali, e le vivaci sessioni dedicate a Wi-Fi, Wi-Max e applicazioni di radio-comunicazione hanno dato il via a collaborazioni e sperimentazioni tuttora in corso.

L’edizione 2009 tratta di Next Generation Network, ovvero la convergenza dei vari sistemi di comunicazione verso reti che utilizzano il protocollo IP per la trasmissione dei dati.

I relatori sono tutti di enti locali o nazionali, centri di ricerca e provider Internet. Sarebbe bello che qualche blogger fosse stato coinvolto. Potrebbe essere un’idea per l’edizione 2010.

Nel frattempo invito chi non è preso tra figli e settimana lavorativa a farci un salto e a raccontarcelo sul sul blog.

La pacifica rivoluzione di Nino Loperfido

Scarica l’invito in pdf

Essere un uomo. Questo mi interessa. A meno di dieci mesi dalla sua scomparsa, la pacifica rivoluzione di Nino Loperfido, neuropsichiatra  infantile e assessore alla sanità con la giunta Zangheri tra il 1970 e il 1980, viene raccontata in un documentario a cura di Giuliano Loperfido e Lorenzo Massa. Appuntamento lunedì 19 gennaio a Bologna, presso il cinema Lumiere.

Tre le proiezioni previste in tre orari differenti (18; 19.30; 21) presso la Sala Officinema/Mastroianni del cinema in via Azzo Gardino 65 a Bologna. Alla proiezione delle ore 18 saranno presenti i due autori insieme ad Alberto Alberani, responsabile di Legacoop Sociali Emilia-Romagna. L’ingresso è libero.

via legacoop.bologna.it

Oggi siamo particolarmente malandati, se riusciamo a raccogliere le forze e a tener buoni i bimbi saremo al fianco di Giacomo e Giuliano nel ricordare il loro padre, una persona fuori del comune e un amico grandissimo.

YouTelethon

Ricevo per la prima volta nella mia carriera di blogger di periferia un invito per una conferenza stampa.

youtelethon logo

Questa volta si inaugura la piattaforma web 2.0 di Telethon, chiamata YouTelethon, con tanto di diretta streaming basata su mogulus pro in contemporanea alla tradizionale diretta televisiva del 12,13 e 14 dicembre:

Su YouTelethon la partecipazione prende varie forme: oltre alla tradizionale
donazione, gli utenti sono infatti invitati sia a produrre contenuti video, file audio,
immagini, e post, con cui lanciare in rete il proprio messaggio di solidarietà; sia a
coinvolgere e sensibilizzare la propria rete di amici e conoscenti attraverso i più
frequentati social network.

[Dal comunicato stampa YouTelethon in pdf]

L’iniziativa è lodevole, interessante l’apertura esplicita verso il mondo web 2.0, un po’ curioso che nell’invito fossero contenuti due PDF, dei riferimenti telefonici e nessun indirizzo web. Me li sono procurati con un paio di colpi di Google.

La conferenza stampa è oggi alle 12 presso gli Studios di via Tiburtina a Roma, trasmessa in diretta web (presumo su YouTelethon). Io non potrò esserci ma sono contento di segnalarla.

Appena ho un attimo mi iscriverò al social network di Telethon.

P.S.: ha un che di surreale che un ufficio stampa mandi un invito serio ad un email come bolso at bolsi.org 🙂

Tanto tempo fa i Radioincontri

Il lato B di Sandrino

Originally uploaded by BolsoMan [hanfed].

Facciamola breve: a Riva del Garda a inizio giugno 2008 (un’eternità fa per voi blogger che fate mark read dei post più vecchi della vostra ultima colazione) ci sono stati i Radioincontri, convention annuale di blogger e web radio dove si socializza, si cazzeggia, si vede gente, si fanno cose.

E’ nello stesso posto della prossima Blogfest, organizzatori in comune. ma quella deve ancora avvenire.

Entro il giorno successivo alla chiusura tutti ne avevano parlato, a suon di “io c’ero”, “mi trovavate là”, etc. etc. Noi ci siamo andati di straforo e Daria l’ha raccontato prontamente. Io ho fatto le foto prontamente. Che prontamente sono finite su Flickr, per non perdere l’onda della Conversazione, salvo però marcarle come private per sistemare con calma titoli e tag. Bel risultato: ne pubblico 6, si vedono solo quelle e le altre 35 sono perse nel vortice temporale del passato flickeriano.

Siamo ad agosto, nel profondo della notte tra il 14 e il 15 abitata solo da pochi pazzi su FriendFeed. O tiro fuori ora le ultime foto mancanti o mai più.

E così sia: ecco il fotoset di Radioincontri2008, a voi aggiungere i nomi mancanti, unendo i puntini da 1 a 21.

Bologna, alla stazione il 2 agosto

Questo edificio rimarrà dov'è

Ecco il fotoracconto del corteo del 2 agosto.

C’era parecchia gente quest’anno, forse complice il caldo non ancora torrido, c’erano i parenti, le autorità, adulti e bambini, partigiani giovani e vecchi, associazioni, striscioni, colori.

Proprio stamattina al lavoro un amico mi ha chiesto perché ci vado, se ho motivi personali per farlo.

Gli ho risposto che non sono parente né conoscente delle vittime ma che avere 12 anni e vedere la propria città sventrata è un’esperienza che ti segna.

L’esercizio della memoria attraverso il rituale di una lenta camminata estiva è un’esperienza che arricchisce sempre.

Ogni persona in più che sotto il sole d’agosto accompagna in Piazza Medaglie D’Oro chi ha ancora le ferite in corpo fa una cosa buona.

E noi continueremo a farlo, programmando le ferie di conseguenza, anno dopo anno.

A Bologna, il 2 agosto si arriva anche a piedi, partendo tre giorni prima.

Il percorso inverso l’abbiamo fatto in macchina, percorrendo nel pomeriggio un’autostrada quasi vuota, il giorno del grande esodo in direzione Milano, con buona pace del bollino nero.

C’era un bambino da salutare, una mamma e un papà da abbracciare e qualche domanda di Cesare da evitare.

Questa è stata la nostra staffetta.

Da Paullo a Bologna

Appuntamento il 2 agosto a Bologna

Stazione di Bologna 2 agosto 1980

Come ogni anno domattina andrò alle celebrazioni per il 2 agosto, sfidando l’Italia in vacanza e la città semideserta.

In genere sono sempre andato con la famiglia e con un amico. Il giorno prima, il primo agosto, ci si passa la voce: sei a Bologna domani? Ci vediamo in Via Indipendenza o in Piazza?

Quest’anno ho deciso di scriverlo sul blog. Chi vuole unirsi lo scriva nei commenti. E’ un’esperienza importante per sentirsi bolognesi, per stare vicino ai familiari delle vittime, per non dimenticare in che razza di paese abbiamo vissuto e ci ostiniamo a vivere.

Ci vediamo alle 9:00 all’incrocio via Indipendenza – via Ugo Bassi, di fronte a piazza Nettuno. Alle 9:15 parte il corteo.

Manifesto 2008 celebrazioni strage 2 agosto 1980

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