MacIntel: diventare adulti

Questo era un commento che doveva comparire su Applicando poi potato per motivi di spazio, lo riciclo qui, se mi passate il tono un po' enfatico.

L’annuncio dell’adozione di processori Intel da parte di Apple può davvero chiamarsi una svolta storica. Il merito della questione, la marca del processore, c’entra poco però. È la fine di un’era, l’era del think different realizzato tramite il being different: avere un processore diverso non serve più a differenziarsi dai concorrenti. Quello che conta è l’ecosistema hardware-software, il connubio inscindibile Macintosh – Mac OS X che nessun altro costruttore di PC potrà mai realizzare. E se anche questo connubio viene realizzato con componenti “comuni” poco importa. Siamo in Guerra, Anakin, ma non è più una guerra di religione, è una guerra di soldi, è il capitalismo. Dal ritorno di Jobs in avanti, nel dicembre 1997, Apple si è trasformata, da chi cerca di realizzare l’impossibile, quello che gli altri non fanno, al grande cuoco che cucina piatti incredibili con gli ingredienti di tutti, permettendosi di invadere il campo del nemico, saccheggiandogli materie prime anno dopo anno, dall’adozione dell’interfaccia USB, ai dischi IDE, fino al capolavora del Mac Mini, venduto sull’Apple Store come periferica da mettere sopra il case del PC, come un commando infiltrato oltre le linee nemiche.

Ma ci sono delle vittime in questo tipo di guerra. La prima di tutte è l’ingenuità del fan, la seconda potrebbe essere la sua passione. Apple ha gettato la maschera, se mai l’ha avuta: è una multinazionale che persegue il profitto, non difende ideali informatici, cerca di fare I migliori prodotti che il mercato permette, non I prodotti impossibili che I fan vogliono.

C’è chi dice che i Mac venderanno meno perché una volta erano più longevi, mentre questa transizione impone di cambiare macchina entro 1-2 anni. Svegliatevi, compagni: i Mac della seconda era jobs sono sempre invecchiati dopo 6 mesi, negli ultimi anni, le evoluzioni dell’OS, le nuove schede video e I nuovi giochi hanno spinto in avanti l’obsolescenza ancora di più. Anche questo vantaggio di diversità rispetto ai PC (che si sanno durare 2 anni) lo abbiamo perso. In compenso i Mac professionali non costano più quanto un’automobile, come succedeva nel 1996 e adottano periferiche standard PC reperibili a basso costo. E’ più facile rivenderli ed aggiornarli.

Quando nel 2000 un altro sogno morì, ovvero la Bungie fu comprata dalla Microsoft, un sito ora scomparso dedicato a Myth chiamato The Mill, chiuse per protesta. Nascosto nel codice HTML dell’home page c’era un’invettiva contro Microsoft che diceva fra l’altro Se Apple negli anni ’80 avesse prevalso ora ci sarebbero colonie umane su Marte.

Questo tipo di atteggiamenti, dopo l’annuncio dei MacIntel non ha più ragione di esistere. Apple non sarà più la fabbrica dei sogni impossibili, del palmare neo-Newton mai nato o dell’iPhone, ma semplicemente la fabbrica dei migliori personal computer di questo mondo possibile. L’annuncio di Jobs lascia molti dettagli nascosti: quale modello di processore adotteranno i Mac e se sarà diverso da quelli usati nei PC, quale facilità di porting ci sarà per I giochi PC (genere di forte influenza sul mercato), le caratteristiche generali della macchine di transizione, etc. Sicuramente una buona campagna di marketing, e il paracadute dei profitti di iPod e ITMS aiuteranno la traversata dei prossimi due anni.

Nel frattempo, ricordiamoci che I computer sono come I treni: un servizio che si prende il giorno e l’ora in cui si desidera spostarsi. Sul lavoro ho bisogno di un G5 per fare produzione video e ho avviato l’ordine. Intanto produco e fra due anni vedremo. Certo, per il computer “da fan” che uso a casa è meno chiaro capire il momento in cui prendere il treno. Ma non c’è più spazio per noi fan.

Think different a tutti.

10 anni fa: un fisico tra noi

Esattamente 10 anni fa mi laureavo in fisica, raccontando ad una commissione accaldata lucidi fitti fitti di formule sulla radiazione soffice in QCD. La notizia fu però offuscata da altro… :

A parte gli scherzi si tratta di un ricordo personale e tenero, evocatomi stamattina da un SMS e da un mail dei miei genitori, che, come insostituibili coach, mi assistettero nelle tre notti quasi del tutto insonni in cui terminai la stesura in LaTeX della mia tesi (grazie anche al fido editor Alpha sul glorioso Mac LC).

La mia bolsaggine si espresse già allora, attraverso le angosce più impensate, per la sopportazione delle quali devo ringraziare i miei relatori e le persone che mi hanno aiutato incuranti del pericolo. Un saluto a Pino, Ettore, Fausto e Francesca.

Vacca boia come passa il tempo… 🙂

1969: un giovine fan dell’Apollo

1969, Operazione Luna
Voi pischelletti che non eravate ancora nati non potete sapere cosa c’era dentro quella giornata. Credo fosse la prima non-stop della Rai. Gli occhiali di Tito Stagno erano quasi più grossi del televisore in bianco e nero. «Tranquillity Base. The… [Pfaall]

C’ero, c’ero… avevo 10 mesi e una foto mostra i miei occhioni spalancati al momento dell’allunaggio. I miei mi hanno tenuto sveglio apposta.

E ancora oggi mi commuovo a vedere quei filmati.

Frequenza di Blog e fuori sincrono

Prendo spunto dal post domenicale di Massimo:

Slow blog

Oh oh. Venerdì ho saltato. Sabato ho saltato. Oggi (malgrado la mancanza di interesse seguita all'anticipazione di giovedì) rivelo che il post che non sono riuscito a mettere online venerdì

[Massimo Morelli: Momoblog]

per tirare fuori una cosa che rimugino da tempo, sia quando frequentavo assiduamente BBS, che nella fase newsgroup e mailing-list: è giusto, fino al punto di sentirlo necessario, il fatto di postare frequentemente? Dobbiamo per forza mantenere un passo? Dobbiamo seguire l'attualità?

Secondo me la risposta è non necessariamente. Il motivo è duplice:

  1. La vita nella blogosfera è fatta di una massiccia fase di lettura di fonti, come ottimamente illustrato dalle immagini di RSS for Dummies di Cesare Lamanna (grandi le screenshot Mac!). Analogamente seguire molte mailing list e solo un paio di newsgroup può prendere una fetta di giornata non trascurabile. Poiché il mio blog fa parte integrante di quella messe di informazioni trovo naturale limitare al minimo i miei post, direi addrittura che avere giorni vuoti nel calendarietto fa parte di una coscienza ecologica dell'informazione. Pochi post ma buoni, insomma.
  2. Safari tab per commenti.jpgUna notizia o un comento non sono meno interessanti se invecchiati di qualche giorno. Anzi, meditare sulle cose, confrontare più pareri prima di rispondere mi fa stare meglio. Ad esempio ho trovato molto stimolante il post di Mantellini sul dualismo blog-giornalismo ma non ho avuto ancora la tranquillità di mettere a fuoco le idee con cui vorrei rispondergli. Non ho fatto altro che trascinare il link su un'apposita folder Commentare di Safari che tengo pronta sulla toolbar. Tra qualche ora o qualche giorno vedrete una mia chiosa.

Mi piace quest'idea che i concetti invecchiando migliorino, come il vino. E se volessimo riparlare di una questione che ha infiammato i blog qualche mese fa? Mica è vietato. Credo che inaugurerò una nuova categoria di Radio. La chiamerò Fuori Sincrono. Piacerà? Aspetterò commenti con molta pazienza 🙂

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