Moralismi

Il limpido rapporto tra giudici e giornali
Sui contenuti si può esercitare chiunque, e ce n’è: ma io chiedo ancora, i nastri con le registrazioni delle telefonate di Berlusconi e Saccà coperte da segreto le lascia un cancelliere del tribunale sotto lo zerbino a Repubblica, o mandano un fattorino con le ordinazioni insieme a quelle delle pizze? (O il telefono di Saccà è deviato direttamente sul centralino del gruppo l’Espresso, così facciamo prima?)

Caro Luca,

dentro di me c’è un moralista dibattitologo, spaccatore di capelli in potenze crescenti di 2n. Difesa della privacy, dei princìpi, della correttezza dell’informazione, del garantismo contro le fughe di notizie te ne posso dare quanti ne vuoi alla prossima Kinder.

Tuttavia abitiamo in un paese di merda, abitato da furbi che pensano di vivere in mezzo ad altri furbi e si attrezzano con coltello fra i denti a combatterti, parcheggiarti in tripla fila e sorpassarti a destra sulla corsia d’emergenza tagliando la strada alle ambulanze.

Il paese dei furbi ha eletto un furbo-capo, padrone di un impero mediatico, che per un certo numero di anni si è fatto i comodi suoi, facendosi scrivere le sue leggi dai suoi avvocati, controllando la televisione pubblica mentre il giornale di famiglia ci dava dentro con scoop e rivelazioni contro gli avversari.

Si dà il caso che il mestiere del giornalista sia uno sporco lavoro e qualcuno debba pur farlo. Quando ti ritrovi un’intercettazione tra un (ex) presidente del consiglio e il direttore di rai fiction che conferma nero su bianco (e audio su silenzi) ciò che è sempre rimasto nel limbo di diceria non provata, cosa fai, non la pubblichi?

Anche il dissezionatore di capelli qui scrivente non avrebbe avuto il minimo dubbio.

Il furbo-capo è stato sorpassato a destra sulla corsia di emergenza. L’ambulanza ha ceduto il passo.

E’ un paese di merda abitato da furbi, Nano. Dovresti saperlo. Credimi, mi sto sciogliendo in lacrime.

Nano-nano.

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