Joost: 999 inviti (anzi, illimitati)

Come tutti i più fortunati della prima ondata, Joost ha deciso di inviarci sulla terra a fare proseliti. Abbiamo un numero esuberante di inviti per non dire infiniti. 🙂

Il difficile è fare copia e incolla, per fortuna ho scoperto che Joost può essere messo in background anche se va a pieno schermo (basta fare mela-tab su Mac OS X).

Se stasera i bimbi ci lasciano in pace comincio a smaltire le richieste dei vecchi post. Chiudo i commenti in quei post, nuove richieste o altri commenti in questo post.

Update: titolo del post cambiato in seguito a download della nuova versione: i 999 inviti sono diventati illimitati. Ne ho spediti a tutti quelli che avevano commentato i post precedenti, scusate gli eventuali doppioni, non è spam. Li ho dovuti scrivere a manina perché Joost non supporta il copia-incolla, per fare prima ho omesso o abbreviato nome e cognome nei rispettivi campi.

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Scoregge barbariche

Non so come si chiami quello spot-lampo che viene prima degli spot, quello che funge da sigla dell’interruzione pubblicitaria. Caratteristica di questi bignami-spot è di avere intorno una cornicetta che ricorda le insegne della rete e/o della trasmissione che li ospita e di essere esageratemente martellanti.

Se io fossi il committente dello spot o l’autore della trasmissione ospite ci penserei bene prima di rendermi così odioso.

Orbene, giusto ieri sera guarda che succedeva da Daria, (quella delle invasioni, non la mia metà che regolarmente si dissocia); c’era finale di dibattito fra blogger donne e poi l’annuncio del segmento successivo:

Daria: Tra poco… Corrado Augias!
– Musichetta de Le Invasioni Barbariche
– fotografia di Corrado Augias con espressione seria e proverbiale aplomb
– Scoreggia di un ormai noto scoiattolo (minispot)
– Solita raffica di spot

Il programma riprende, Augias dà un’interessante intervista, condotta con il consueto stile e l’immancabile aplomb, l’annuncio del segmento successivo segue lo stesso copione, vittima del peto, questa volta, un gruppo di giovani bambini scout.

Sorvoliamo sull’effetto ilarità che hanno le scoreggie in qualsiasi contesto (non mi nascondo dietro un dito, ci ho scherzato da quando ho memoria), sorvoliamo su facili ironie fra l’aplomb e il peto, lo scout bambino e il peto, etc. Consideriamo invece alcuni semplici fatti:

Nel cinema (quindi nella televisione) il montaggio è tutto. Questo lo diceva Eisenstein, ma più banalmente Blob o Striscia la notizia lo hanno diffuso fino all’ultima periferia del mainstream.
La televisione vive di accostamenti, i blog e la rete vivono di aggregazione, possibile che non risulti chiaro a prima vista che un accostamento di un elemento brutto ad elementi neutri o interessanti contamina anche questi ultimi?

Mi stupisco che stamattina la sequenza non sia già su YouTube, mi stupisco ancora di più che lo spot in questione abbia destato più ilarità che scandalo nella gente che conosco. Finora solo il pezzo della Litizzetto domenica scorsa da Fabio Fazio ha reso giustizia all’altissimo momento di brainstorming che deve esserci stato alla riunione dei creativi che hanno partorito questa idea.

Mi chiedo veramente chi abbia voce in capitolo nell’allestire una trasmissione. Chi può dire no ad uno sponsor che chiede di essere messo come minisigla martellante? E se arrivasse un produttore di bare o di armi che offre 10 volte tanto? O una catena di sexyshop che paga 50 volte tanto per vibranti piaceri?

Scusate, sto diventando troppo moralista, salute a tutti, mi inclino di 5 gradi a sinistra a scoreggio anch’io.

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Apple TV Has Landed

David Pogue stigmatizza la differenza di sempre fra i prodotti Apple e quelli del resto del mondo: il metro del numero di features vs. l’armonia dell’insieme con tutti i suoi limiti.

Apple TV Has Landed – New York Times:

In the end, these early attempts to bridge the gulf between computer and TV perfectly reinforce the conventional wisdom about Apple: Apple TV offers a gracious, delightful experience — but requires fidelity to Apple’s walled garden.

Its rivals, meanwhile, offer many more features, but they’re piled into bulkier boxes with much less concern for refinement, logic or simplicity.

(Via Luca Sofri.)

Con una variabile in più, questa volta: prima di proporre il prodotto, Apple ha fidelizzato legioni di utenti al download di miliardi di canzoni e non so quanti film e telefilm. Sta parlando ad un pubblico già formato e presente, senza fare la vox clamans.

Certo, se serve qualcosa per pleiare i divuix (o vedere i divecs come dicono i più fighetti), basta cercare altrove o tenersi il proprio iMac 20′ con la sua dotazione di telecomando, interfaccia di Front Row e aggiungere un pizzico di codec DivX 🙂

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Minacce di suicidio e offese al TG2

Poco fa stavo ascoltando distrattamente la tv, rimasta sintonizzata su Rai 2 mentre cercavo un DVD per il relax serale.

Il TG2 era appena finito e gli era seguito lo spazio di approfondimento TG2 10 minuti. L’argomento era interessante: figli affidati ad un genitore straniero cui viene impedito il contatto con il genitore italiano. La storia è tutta e lieto fine: Nicola De Martino, ha riabbracciato il figlio Luca vissuto in Australia fino ai 18 anni. Storia interessante ma seguita con distrazione causa stanchezza serale.

Ad un tratto ecco che TG2 10 minuti entra nel vivo, fedele alla sua presentazione:

10 Minuti Un’agile finestra informativa sui fatti, personaggi e questioni più calde della realtà nazionale ed internazionale.

Appena viene chiesto a De Martino di ricostruire l’inizio della vicenda, prima si emoziona e poi mette una mano dentro la giacca. L’ospite estrae quindi dalla tasca una boccetta, si cosparge di liquido e dice:

Questa è benzina. Ora mi do fuoco se non mi fate leggere questo foglio!

Il conduttore, Maurizio Martinelli, reagisce dominando un evidente panico, calmando l’ospite (che nel frattempo viene immobilizzato e rimesso a sedere dagli aiutanti di studio) e lo invita a illustrare i punti salienti del comunicato che altrimenti sarebbe troppo lungo da leggere. Inizialmente l’uomo non vuole cedere, vuole la lettura integrale ma alla fine ha l’opportunità di spiegare tutte le sue proposte, peraltro sensate, inerenti il coordinamento fra enti e ministeri finalizzati ad evitare il ripetersi di fatti di allontamamento filiale.

Martinelli riprende il controllo della situazione, dice di non voler sottostare al ricatto dell’ospite e lo riporta sulla scaletta: raccontare la sua esperienza per filo e per segno. Il tono è duro, da rabbia trattenuta ma corretto e rispettoso. De Martino risponde, il figlio viene fatto intervenire.

Martinelli alla fine impone all’ospite di chiedere scusa al pubblico, l’ospite si scusa dicendo che lo ha fatto per altri casi come il suo, ormai risolto.

Martinelli guarda in camera, terreo, chiede scusa dell’accaduto al pubblico e si congeda in maniera molto secca. Sigla.

Fine?

No, parte la musica del TG2, scorrono i primi titoli e si sente l’audio di Martinelli, stentoreo:

Lei è un pezzo di merda!…

Fine.

Sorvoliamo sulla banalità del fuori onda. Sorvoliamo sulle repliche che forse vedremo su Stricia e Blob (ma non ne sarei tanto sicuro). L’episodio lascia ben altra amarezza: l’amarezza della doppiezza televisiva, del salvare le apparenze salvo poi rifarsi a telecamere spente. L’autocontrollo di Martinelli che serve solo a salvare la tranquillità delle sale da pranzo italiane alle nove di sera. L’autocontrollo che avevo sinceramente ammirato due minuti prima, la bravura di riportare un ospite sul suo binario che si infrange contro la telecamera spenta con la cafoneria di un automobilista nel traffico che ti aggredisce se al semaforo non schizzi via allo scattare del verde.

L’ospite aveva evidentemente preparato il suo gesto che è stato offensivo nei confronti della televisione e di noi telespettatori oltre che pericoloso (sempre che non si trattasse di simulazione, nel qual caso abbiamo subito anche la beffa). Nessuna giustificazione per lui quindi.

A telecamere spente mi sarei aspettato ovviamente una qualche reazione nervosa, uno sfogo tipo “ma cosa le è preso?”, “E’ impazzito?”, “Poteva dare fuoco a tutto lo studio, si rende conto?”. Qualsiasi cosa ma non un’aggressione. Una rabbia che fa a pugni con il tentativo di tranquillizzare gli italiani fatto – con bravura – due minuti prima.

E allora? Allora si tenga fede al motto di TG2 10 minuti:

10 Minuti Un’agile finestra informativa sui fatti, personaggi e questioni più calde della realtà nazionale ed internazionale.

Ci fornisca un’agile finestra informativa su una calda questione nazionale: cosa è successo dopo la sigla di chiusura? Cosa ha detto a De Martino? Come ha risposto quest’ultimo? Il fatto ha avuto conseguenze legali? Quell’offesa in diretta ha suonato come il “continua” di una storia a puntate. Bene, sono qui a chiedere quel seguito: voglio capire se da offeso lei è diventato offendente o se quell’epiteto si è spento confluendo in una discussione civile.

E il seguito mi piacerebbe vederlo in televisione, con un’altra puntata della rubrica, perché siamo ormai in un’epoca in cui Internet puo’ spostare il finale di una trasmissione oltre la sua sigla di coda: basta cercare il filmato on demand che la stessa RAI mette a disposizione istantaneamente su RaiClick tramite lo stesso sito del TG2: basta andare alle ultime due puntate. Visto che le date scorrono in questa pagina ecco il link al TG2 del 7 dicembre 2006 delle 20:30 oppure il link diretto allo streaming Windows Media (unica via di vedere il filmato con il Mac). La rubrica 10 minuti comincia circa al minuto 37. Salvarlo a colpi di QuickTime e flip4Mac è uno scherzo. Il passo verso youtube e il p2p è ancora più breve.

Update: il tempo di scrivere questo post e convertire il video ed ecco che la notizia va in prima pagina sui siti dei maggiori quotidiani. Finora solo uno si è accorto del finale a sorpresa.

Update 2: nella notte lo hanno detto quasi tutti, compreso il TG5 delle 1:30 con tanto di insulto finale.

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