Apple dice addio agli XServe

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You don’t think Apple is filling that North Carolina data center with Xserves, do you?

(Via Daring Fireball Linked List: James Gosling on Apple’s Java Discontinuation.)

Letta la notizia sulla morte degli Xserve Mi è tornato subito in mente questo commento di John Gruber a proposito della dismissione del supporto Java su Mac OS X.

Dopo averne decantato le lodi come supercomputer e come stazione per il rendering video di Final Cut Pro e per lo streaming QuickTime ora fa silenziosamente scomparire la tecnologia hardware e rende meno evidente Mac OS X server (secondo alcuni verrà incorporato in Mac OS X 10.7 Lion). Già ora non esiste più la pagina dedicata a QuickTime Streaming Server, ridotta ad un paragrafetto sulla pagina QuickTime and beyond cui si viene rediretti.

Al di là di cosa voglia vendere all’utenza, mi chiedo su quale infrastruttura tecnologica intenda costruire la futura “Apple on the cloud” che appare in evitabile per svincolare iPhone e iPad dall’attivazione di iTunes e dalla gestione centralizzata dei contenuti acquistati.

Gli attuali streaming video HTML5 degli Apple special events da che tipo di server vengono erogati? Con quali batterie di macchine vengono renderizzati i video? Non vorrete farci credere che avete rack di Mac Mini Server e di ingombranti MacPro migrati seguendo le istruzioni ufficiali?

Secondo me questo è il primo passo di un cambiamento profondo infrastrutturale.

Gruber, what did your little birdie told you this time? 🙂

Apple banqueting

Tre giorni fa sono stato ad un seminario di Apple Italia riservato a clienti selezionati.

L’occasione era presentare le funzionalità di podcast producer di Mac OS X 10.5 Leopard server. Nessun segreto rivelato, com’era da aspettarsi, ma un’ottima presentazione, dai toni rilassati e colloquiali, quasi del tutto priva di enfasi markettara che mi ha risparmiato una lunga analisi della documentazione di Leopard server.

Non era per blogger ma è come se lo fosse stato. Si sono toccati aspetti da coda lunga (democratizzazione dei mezzi di produzione, contenuto multicanale destinato a nicchie diverse, etc. Non diro’ altro: tutte le slide erano targate apple confidential). Un seminario per gettare semi per altri incontri one-to-one a richiesta.

Una formula che ha funzionato: poche persone (15-20) di estrazione omogenea, tempo una mattina (giusto ma senza abbondare) per ascoltare e domandare, confrontarsi con gente conosciuta ed essere trattati alla pari anche dai vertici di Apple Italia cui chiedere lumi per i propri progetti. Alcune domande hanno trovato risposta, altre sono state elegantemente rinviate ad incontri di approfondimento.

Mi chiedo come sarebbe stato un incontro del genere dedicato ai blogger, che tenesse sapientemente in conto il potere di “divulgazione critica” della blogosfera più periferica.

Il buffet (anzi, il banqueting come recitava il marchio sui tovaglioli) era favoloso e ha fatto da collante per la parte più social, condita dalla solita atmosfera surreale da “ti conosco da una vita e ti saluto con un cenno del capo”. Valeva il viaggio nella nebbia in pieno sciopero dei TIR.

P.S.: il blocco appunti omaggio verrà devoluto in beneficenza.

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