La kryptonite dei call center

– Pronto, è il signor Federico?
– Sì ma se mi vuole fare una proposta commerciale la fermo subito.
– Non vuole neanche sentire…
– E’ contro la mia religione.
– Addirittura…
– E’ come un’endovenosa non richiesta o una supposta: se servono bene senno’ non è gradevole.
– Arrivederci.
– Arrivederci.

Questo dialogo è realmente accaduto un paio d’ore fa, circa.

Nonostante che abbia tolto dall’elenco il nostro numero fisso di casa e abbia iscritto mia madre al registro delle opposizioni, continuano ad arrivare telefonate dei call center più disparati. Non so quale checkbox di agreement debba aver cliccato ma non riesco a liberarmene.

Il fatto è, caro operatore, che anche se mi vuoi ricoprire d’oro (in equivalente sconti sulle spese) a me non va di essere cercato al telefono. Se occorre mi informo sul tuo sito. Sono timido: la telefonata è un mezzo molto personale. Non amo farne o riceverne se non ho stretta necessità o piacere di farlo. Ho difficoltà persino a chiamare un taxi, figurati.

Ho provato a spiegartelo, ho ascoltato varie offerte e ho notato che ogni tentativo di confronto diventa un appiglio per appiopparmi la vendita.

Quest’estate abbiamo fatto 40 minuti di telefonata con un telefonista di Napoli che non ci ha lasciato in pace finché non ci avesse spedito un contratto di un fornitore di energia che “avremmo potuto stracciare subito dopo”.

Per sua sfortuna nella registrazione telefonica obbligatoria ho risposto con formula dubitativa (“accetterò le clausole quando mi spedirete il contratto”). Il giorno dopo mi ha richiamato un collega e mi ha detto che per un problema tecnico andava rifatta. Ho detto no, grazie. Mi avete fatto passare un contratto vincolante con 10 giorni possibilità di recesso scritto via fax per una nota informativa. “Il mio collega ha sbagliato, tutti possono sbagliare”. Vero. Interessante però sbagliare dopo 40 minuti di sceneggiata napoletana (“risparmiate, vi fate una pizza a nome mio, ue'”) in cui non mi hai mollato finché non ho fatto quello che hai voluto tu (o quasi).

(non me ne vogliano i Napoletani, non generalizzo, vi adoro, sono empatico con voi, ma il ragazzo ha fatto di tutto per ricadere nello stereotipo).

Ho perciò deciso di dire la verità: “non mi interessa ricevere alcuna proposta commerciale”. Senza condizioni, punto e basta. Non voglio la tua pentola d’oro. Non al telefono quantomeno.

E così ho scoperto la kriptonite: quella frase stronca sul nascere qualsiasi tentativo di retention o di accalappiamento. Molto meglio di un improperio o di mandarli a quel paese. Anche e soprattutto perché chi ti telefona è un precario sottopagato che non ha colpa ed è solo programmato per trattenerti. Ho fatto il call centerista anch’io, ragazzi, vi capisco (avevo un ruolo tecnico ma capisco lo stesso la posizione) e spesso vi saluto e vi auguro buon lavoro e buona fortuna. Ma ricordate ai vostri superiori:

Non mi interessa ricevere alcuna proposta commerciale.

Se telefonando

Qualcuno potrebbe dire alla direzione commerciale Fastweb che quando parlano con la mia segreteria (ovvero la loro segreteria) potrebbero anche lasciarmi un messaggio?

Telefonata Fastweb 27 luglio 2010

Telefonata Fastweb 1 agosto 2010

Update: appena arrivata e più lunga delle altre:

Telefonata Fastweb 4 agosto 1010

Li richiamerei volentieri dicendo loro che ho già parlato con un commerciale Fastweb e ho già rinegoziato il mio abbonamento.

Oppure che richiamino in ore serali che ci parliamo a voce.

Grazie.

La sua chiamata è importante per noi

Chiamata ad Hera dopo 45 minuti di attesa

A Bologna il 4 ottobre si ferma tutto: è il santo patrono (San Petronio che coincide con San Francesco e noi in quanto Umbri tifiamo per entrambi). Sarà una coincidenza ma una mini riunione delle su’ donne porta Daria in libera uscita e mi lascia solo con i bimbi.

Nel contempo il programma della giornata prevede lo smaltimento di rifiuti casalinghi pesanti (vecchi aspirapolveri) nella stazione ecologica Hera che abita comodamente a poca distanza.

Dovendo incastrare l’operazione dopo il sonno dei piccoli e la visita dalla nonna cerco di informarmi per tempo. Obiettivo: capire se l’apertura 9-18 del sabato vale anche il giorno di San Petronio.

L’apposita pagina non dice nulla. Non c’è neanche un telefono a cui chiedere. Il numero verde Hera è chiuso a quest’ora. Google e Pagine Bianche non danno risposte utili.

Mi intestardisco a trovare un numero di telefono con un umano che mi chiarisca il dubbio: e se dovessi assolutamente smaltire dieci frigoriferi usati entro oggi? Un autoblindo? Un castello di poppa? Una betoniera? Meglio saperlo prima di muovere un trasporto speciale.

Decido di chiamare il numero della sede centrale di Hera. Lo faccio mentre preparo la pastasciutta ai piccoli, metto il dect in viva voce e aspetto.

Aspetto.

Aspetto.

Aspetto.

Aspetto e comincio a farne la cronaca.

Desisto verso i tre quarti d’ora, quando il sonno dei piccoletti comincia ad essere minacciato dalla musichetta di cortesia. Ma prima decido di documentarla.

Conclusione: mi sembra di aver capito che il 4 ottobre la sede centrale di Hera non risponda oppure che siano tutti impegnati in lunghissime conversazioni. Non saprò mai fino all’anno prossimo se lo stesso giorno chiude anche la stazione ecologica.

Però dopo 46 minuti e 08 secondi mi sono sentito molto ma molto importante per loro. 🙂

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