L’iphone 4 tra l’incudine e il keynote

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Jobs e Apple puntano tutto da sempre prima sul keynote e poi sul sito apple.com e le press release.

Negli anni i Keynote degli Apple Events hanno avuto sempre più risalto sul sito Apple, trovando ora una collocazione definitiva dopo varie sistemazioni all’interno del ramo QuickTime.

Il dato costante è sempre stato: scordiamoci il passato e gli eventi scomodi. La pagina attuale si ferma infatti a fine 2009.

Proprio ieri ho cancellato una carrettata di vecchi bookmark di Safari e per scrupolo ho controllato quelli dei keynote dei macworld 2003. Niente, spariti (ovvio: è sparito il MacWorld come “evento Apple”).

Tra 7 ci sarà la conferenza stampa che tutto il mondo tecnologico si aspetta. Si dà per scontato un richiamo degli iPhone 4, un risarcimento, un’ammissione di colpa nell’aver saputo in anticipo del difetto e avere taciuto. (notizia di Bloomberg basata su fonti non confermate, ripresa da noi dal Post):

Last year, Ruben Caballero, a senior engineer and antenna expert, informed Apple’s management the device’s design may hurt reception, said the person, who is not authorized to speak on Apple’s behalf and asked not to be identified. A carrier partner also raised concerns about the antenna before the device’s June 24 release, according to another person familiar with the situation.

[…]

Steve Dowling, a spokesman for Apple, declined to comment and said he wouldn’t make Caballero available for an interview. Caballero didn’t respond to a call and an e-mail seeking comment.

Inoltre secondo il WSJ il tempo per i test sarebbe stato scarso e i prototipi camuffati non erano “testabili” perché non potevano essere toccati direttamente:

The iPhones Apple sends to its carrier partners for testing are “stealth” phones that disguise a new device’s shape and some of its functions, people familiar with the matter said. Those test phones are specifically designed so the phone can’t be touched, which made it hard to catch the iPhone 4’s antenna problem.

Apple gave its carrier partners far less time to test the iPhone 4 before its launch and gave them significantly fewer devices to test than other handset makers, people familiar with the matter said. AT&T Inc., Apple’s exclusive partner in the U.S., has until recently taken the brunt of criticism for dropped calls on Apple phones.

A poche ore dal presunto spargimento di cenere sul già grigio capo di Jobs, Apple tiene in home page l’iPhone 4 e i tre link ai filmati pubblicitari e al keynote di Jobs di giugno, quello in cui al minuto 00:33:20 Jobs esalta il gap nella banda metallica che separa le due antenne, il gioiello di progettazione che garantisce una migliore ricezione ma anche quello che se cortocircuitato dalla mano sinistra la peggiora.

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Non ha senso. Ammettere un difetto è corretto e doveroso, proporre un’alternativa anche. Un richiamo massiccio e una disfatta no, almeno con queste premesse comunicative.

Mi azzardo a lanciarmi in previsioni: offriranno sconti o rimborsi sull’iphone 4 (o una custodia gratuita, come fecero con il primo iPod nano) ma tireranno fuori dal cilindro qualcosa di grosso per “coprire” la figuraccia e anticipare prodotti futuri. Un nuovo iMac? Servizi sul Cloud? Mah, vedremo.

Update: anche il New York Times rilancia l’idea che non ci sarà un richiamo di iPhone 4 da parte di Apple.

The person said the problems were longstanding but had been exposed by the design of the iPhone 4. All cellphones can be affected by the way a hand grips the phone, but well-designed communications software compensates for a variety of external factors and prevents calls from dropping, the person said.

Il Tablet dopo tanti keynote

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Il keynote di stasera di Apple arriva dopo una lunga serie di eventi simili che hanno contrassegnato la seconda era Jobs dal 1997 ad oggi. L’aspettativa però è seconda forse solo alla presentazione del primo iPhone.

Eppure il copione ce lo si può immaginare facilmente insieme agli eventuali fattori di smorzamento di entusiasmo come disponibilità limitata iniziale, i relativamente pochi contenuti disponibili, immissione sul mercato europeo ed italiano tardiva.

Difatti questi aspetti sono quelli che trattengono noi vecchi utenti dallo spaccare il salvadanaio la sera stessa dell’evento e dall’incollarci ai siti di news (magari anche complice il dover mettere a tavola alla stessa ora due ibabies affamati)

Abbiamo seguito eventi in un’epoca in cui Apple arrancava inseguendo il tradizionale concetto di computer e ricarrozzandolo con l’eleganza e la potenza for the rest of us. Abbiamo passato keynote su keynote a sfatare il mito dei megahertz, a sollazzarci per la collaborazione di nuovi editori di giochi e di una scheda video decente di serie, mentre la concorrenza PC sfornava GPU fumanti macinapoligoni. Ricordo tristemente applausi per una porta firewire sugli iBook (Parigi 2002, se non erro. Del resto i PC manco sapevano cosa fosse, ai tempi).

Era però un’epoca in cui si sperava che il keynote successivo sfornasse l’erede del Newton, una sorta di ipod con schermo e interfaccia firewire (ho il mockup di un improbabile iFire in qualche vecchio mail) e si credeva facilmente a fotomontaggi proprio come oggi. Per questo si perdeva di vista l’evoluzione graduale di una ditta che doveva prima consolidare le fondamenta, sia pur innovando, inseguendo un mercato precostituito, dove un iMac male accolto significava guai seri.

Poi sono arrivati iPod e iPhone, la conquista del mercato PC con iTunes e BootCamp e quindi un’era di liquidità e di nuovo mercato (itunes store, App store) creato da Apple stessa. Da iPhone in avanti Apple ha mano più libera e disegna i contorni dei suoi prodotti e dei suoi servizi. Questo non significa successo automatico, anzi. Piuttosto scrittura delle proprie regole.

E ormai le regole di Apple le conosciamo bene: prodotti ben riconoscibili e interfaccia su tutto. non dimentichiamoci intere sezioni di keynote per un bottone su una finestra del Finder o su un’iApp come iPhoto o iDVD. Ergonomia ed eleganza, mettere in condizioni l’utente di creare, lavorare e divertirsi dimenticandosi quasi dei comandi che sta impartendo alla macchina. Messa a frutto appieno dei building blocks di Mac OS X (OpenGL, Core animation, core audio, etc. etc.). Gentile e fermo allontanamento di chi si discosta dagli utensili ufficiali. E infine calata del prodotto nel mondo reale sullo sfondo di un servizio come iTunes store, dove un utente giovane, sorridente, multirazziale, vestito casual, fruisce del mondo multimediale tutto a portata di dito. L’apoteosi del prodotto olistico, nel bene e nel male, non chiuso ma osservante di regole e componenti che non alterino l’esperienza Apple. Prodotto che prende quel che gli basta dal mondo open source per iscriverlo nel “canone Apple”. Lontano, se non antipodico, al modello Google (con ampie sacche di chiusura anch’esso), un’azienda gestita da ingegneri e non da designer, col focus sulle funzionalità prima che sul “tutto”. Concorrente ideale.

L’attesa c’è anche per noi vecchi utenti, dunque. Apple è vicina alla realizzazione di progettare il personal computing come vuole lei. Speriamo che non ci deluda. Un fatto mi conforta: Apple in genere arriva a darti la feature che manca proprio quando allunghi la mano per cercarla, quando sperimenti qualcosa che vorresti fosse fatto meglio, più elegante, più fluido, più Apple. Io in questi giorni faccio fatica a sfogliare le pagine dei miei eBook sul mio amato e neoarrivato Kindle.

1998-2008: 10 anni di keynote

Manca poco più di un’ora al keynote di Steve Jobs con le novità Apple per il 2008. La solita tempesta di ipotesi si impenna fino all’ultimo. Tutti aspettano un subnotebook, un qualche oggetto fantascientifico, lo sbarco su Marte.

Guardando l’ultima cifra dell’anno in corso mi rendo conto che sono ormai 10 orbite terrestri da quando ho iniziato a seguire i Keynote di Steve. Crescente eccitazione prima e durante, discussioni peggio dei processi calcistici subito dopo. Ognuno a proiettare su Apple le aspettative più improbabili. I commentatori e Apple stessa a convincerti che erano prioritari passi fondamentali, milestones, come il consolidamento di standard industriali: USB al posto di ADB, QuickTime versione 3 (era il 1998, appunto), fino a Mac OS X in tutte le sue incarnazioni.

Ora Apple è pienamente risanata, carica di liquidi e capitali per produrre innovazione a più non posso. E’ addirittura quasi monopolista nel mercato della musica e dell’entertainment, fa scelte meno “affascinanti” e più strategiche. Ha masse di nuovi fan dall’atteggiamento meno da adepto e più da fan dalla delusione facile.

Strano panorama, vorrei tornarci con più calma.

Eppure il Keynote è un momento importante, il momento più alto della comunicazione Apple, come spiega molto chiaramente Antonio nel suo libro Emozione Apple, da cui si capisce ben più dei dettagli tecnici e markettari di cui si riempirà il sito ufficiale a keynote concluso. Dove Steve mette l’accento, anche se non ti spiega tutte le feature dei nuovi prodotti, quello è il baricentro della nuova strategia, il fulcro dell’innovazione. Che piaccia o meno, che lo compriate o meno.

Non vedo l’ora di commentare il filmato in differita con gli amici stasera. Alle 18 ho un appuntamento importante, niente diretta.

Buon live coverage, ragazzi. Vi invidio.

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